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    #31
    Originally posted by MarcoDS View Post
    :-)

    Che mattanza...
    Da notare Marcos, che nessuno ha messo un like

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      #32
      E' meglio un gestore spericolato o un gestore prudente? scegliendo in base alla performance si rischia di prendere uno spericolato che finora non ha fatto incidenti, appunto finora...

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        #33
        e poi ci sono ancora milioni di italiani che continuano a votare i vecchi partiti corrotti...

        http://www.ilfattoquotidiano.it/2016...soldi/2835402/

        La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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          #34
          Originally posted by umbertosm View Post
          e poi ci sono ancora milioni di italiani che continuano a votare i vecchi partiti corrotti...
          Scusa Umberto,
          pur non avendo una preferenza tra i vecchi di uno o l'altro schieramento, conosci forse un nuovo partito che non sia corrotto ?
          O forse essere nuovo implica che non è corrotto ?
          O più probabilmente non hanno ancora avuto occasione ?
          Non è sparare e basta, semplicemente ne ho seguiti diversi di nuovi, alcuni anche da dentro le stanze, e tutti, ripeto TUTTI, occupavano il 70% del tempo a pensare come mettere al posto giusto l'amico fidato, la sorella, la moglie, ..........
          Ne ho sentiti veramente pochi di programmi a breve figuriamoci a lungo termine.

          per mè, 8 anni è il tempo massimo per cui una persona può fare politica, poi a casa, senza alcuna carica politica, amministrativa, partitica, allora dopo sarebbero tutti nuovi.

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            #35
            io infatti voto M5s :03.bigsmile_80_anim

            e se i grillini non sono sicuramente dei santi, partono però da una base ideologica di correttezza ed onestà.

            A Roma e Torino finalmente abbiamo 2 nuove donne sindaco M5s (io personalmente ho votato per Virginia Raggi), vedremo come riusciranno a realizzare l'ideale di onestà ed efficienza dell' M5s :51.yes_80_anim_gif:
            La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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              #36
              Olé :04.cool_80_anim_gif

              SocGen, Corte d’appello ribalta sentenza Kerviel: il trader dovrà pagare solo un milione




              PARIGI - Ultimo, e forse definitivo, “coup de théatre” nella lunga vicenda giudiziaria che dal 2008 vede contrapporsi Société Générale e Jérome Kerviel a proposito delle posizioni assunte sui derivati dall'ex trader e che hanno causato alla banca danni per poco meno di 5 miliardi.
              Con una sentenza molto severa nei confronti di SocGen e delle disfunzioni dei suoi sistemi di controllo, la Corte d'appello di Versailles ha infatti ritenuto Kerviel solo parzialmente responsabile delle conseguenze per la banca e ridotto l'ammontare del rimborso alla società da 4,9 miliardi (l'assurda cifra stabilita dalla prima sentenza, nel 2010, e confermata due anni più tardi) a un milione.

              Pur senza rimettere in discussione la perdita subita dalla banca nel 2008 (per l'esattezza 4,916 miliardi), avendo deciso di non accogliere la richiesta dell'avvocato di Kerviel, David Koubbi, di far realizzare una expertise finanziaria finalizzata appunto a verificare l'ammontare esatto dei danni.
              Va ricordato che nel 2014 Kerviel è stato condannato, con sentenza definitiva, a cinque anni, tre dei quali da trascorrere obbligatoriamente dietro le sbarre, per falso e truffa. Ma proprio in quell'occasione, la Cassazione aveva annullato le precedenti decisioni sull'entità del rimborso, sostenendo che le disfunzioni interne della banca erano state tali da non consentirle di pretendere l'intero ammontare del danno subìto.
              Tesi che è stata totalmente ripresa e condivisa dai giudici di Versailles. Secondo i quali «il primo, grave incidente di percorso di Kerviel risale all'estate 2005» e che quindi un controllo più accurato avrebbe potuto evitare il ripetersi - e anzi il moltiplicarsi – di simili situazioni di rischio.

              Certo, l'ex trader ha fatti ricorso a false informazioni alla banca sulle sue decisioni alterando anche il sistema informatico interno (sono state rilevate oltre 900 azioni di questo genere), ma «le mancanze di un adeguato controllo, a tutti i livelli, sono state tali da dimostrare l'esistenza non di disfunzioni puntuali bensì di scelte manageriali che hanno privilegiato le prese di rischio volte a ottenere una più elevata redditività e aperto a dipendenti malintenzionati, com'è il caso di Kerviel, spazi per mettere in atto comportamenti delittuosi». L'avvocato di SocGen, Jean Veil, si è comunque dichiarato «soddisfatto» della sentenza. Così come la banca, che ha sottolineato «una decisione realista e compatibile con le oggettive disponibilità finanziarie» dell'ex trader. Mentre Koubbi ha già dichiarato che «si opporrà a qualsiasi tentativo di recupero del denaro da parte della banca» e che «dopo questa prima vittoria la battaglia continuerà fino a una completa riabilitazione» di Kerviel. Il quale ha ribadito di non dover «dare nulla» alla banca.

              Per la quale potrebbe però esserci una coda insidiosa. Nel 2008 aveva infatti ottenuto una deduzione d'imposta pari a 2,2 miliardi a fronte appunto delle perdite subite e il fisco francese, qualora ritenesse che la sentenza di Versailles evidenzia una intenzionale corresponsabilità della banca nella vicenda, potrebbe contestare quella concessione. SocGen scrive in un comunicato che «la sentenza non ha alcun effetto sulla posizione fiscale della banca» e ricorda che sul tema c'è già stato un parere «inequivocabile» del Consiglio di Stato. Ma i ministri dell'Economia e del Bilancio hanno chiesto ufficialmente all'amministrazione fiscale di riesaminare la decisione del 2008 «al fine di preservare gli interessi dello Stato». Chissà che il caso Kerviel non riservi qualche altra sorpresa.
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                #37
                si si :03.bigsmile_80_anim errore umano :89.dog_80_anim_gif:


                .
                Sterlina a picco per un errore da sindrome delle dita grasse

                .




                La chiamano “fat fingers”, una sorta di sindrome delle dita grasse. Dita reali o virtuali che per errore tecnologico o umano toccano il tasto sbagliato innescando il crollo dei mercati. È accaduto questa notte alla sterlina sui mercati asiatici precipitata nel volgere di pochi istanti del 6,1% sulla scia di vendite senza fine che l’hanno schiacciata su valori mai visti da molti decenni.
                È arrivata a sfiorare 1,184 contro il dollaro per poi, due minuti più tardi, rimbalzare fino a 1,23, livello che la lascia ancora ai minimi storici degli ultimi decenni. L’attacco al pound è ancora un mistero, ma secondo esperti di mercati potrebbe essere stato l’errore umano di un trader che ha abbattuto i supporti innescando vendite a ripetizione oppure la iper sensibilità di un algoritmo attivato automaticamente dall’elaborazione dei commenti riportati dalFinancial Times e attribuiti al presidente François Hollande sulla Brexit.
                In altre parole il flash crash sarebbe stato provocato dall’interpretazione precipitosa - umana o matematica - delle parole del capo di Stato francese che sono state “tradotte” in un incoraggiamento a vendite massicce.

                Il rimbalzo è giunto due minuti più tardi e questo conferma la teoria dell’errore nelle trading rooms o quantomeno della non volontarietà.

                Ma che cosa ha detto Hollande per mandare in tilt il cervello di un impiegato di banca o l’algoritmo che regola il trading del pound?
                Parole e toni che lasciano immaginare una dura battaglia sui termini del divorzio anglo europeo. «Londra - ha detto il presidente francese - ha deciso di procedere sulla via della Brexit. E credo di una hard Brexit (uscita anche dal mercato interno, ndr) e allora penso che si debba andare fino in fondo». Una replica secca ai toni nazionalistici e autarchici spolverati dalla signora premier Theresa May al congresso conservatore. Severi abbastanza per innescare una nuova, momentanea crisi del pound. Un errore? Probabilmente, ma la sterlina resta nel mirino. Ora e per molti mesi a venire.
                La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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                  #38
                  piccoli investitori... rosicate! :03.bigsmile_80_anim

                  IL MILIARDARIO HEDGE FUND
                  Lascia la festa di Trump per puntare su Wall Street e vince un miliardo


                  Carl Icahn, tra i più potenti e conosciuti investitori al mondo, ha scommesso sul rialzo della Borsa americana contrariamente alle previsioni e ha vinto






                  Il suo nome è uno tra i più noti: Carl Icahn è uno investitore tra i più potenti e conosciuti al mondo e - ovviamente - miliardario.
                  Da quando Trump è stato eletto presidente, il suo patrimonio è aumentato di colpo.
                  In un’intervista televisiva rilasciata alla televisione di Bloomberg Icahn, che già nel settembre del 2015 ha dato apertamente il suo appoggio a Trump.
                  Mentre era alla festa per la vittoria l'8 novembre 2016, poco dopo la mezzanotte ha raccontato di aver lasciato l’evento per scommettere sul rialzo di Wall Street, contrariamente alle previsione al ribasso fatte da tanti analisti.

                  Il miliardario ha puntato un miliardo di dollari sull’S&P 500, mentre i futures sugli indici azionari Usa affondavano.


                  «Avrei voluto tentare di investire una somma maggiore, ma non ho potuto puntare più di 1 miliardo. Dopo sul mercato l’aria è cambiata. Ma sono soddisfatto della mia scelta. C’era così tanta liquidità sull’indice S&P 500 – liquidità incredibile – e il mondo stava impazzendo. La scorsa notte è stata pazzesca, il mondo è andato nel panico senza nessuna ragione».

                  Contrariamente alle attese, Wall Street è salita e Icahn in una sola notte ha guadagnato circa 700 milioni di dollari.

                  11 novembre 2016
                  La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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                    #39
                    Di seguito i grafici dei principali mercati durante la notte delle elezioni americane.

                    Un'ottima descrizione della enorme liquidità :64.cash_80_anim_gif e volatilità :65.muscle_80_anim_g che si è verificata,

                    nell'articolo di Maurizio Monti del settimanale Traders' Magazine Italia




                    S&P500


                    Minifuture scadenza dicembre dell’S&P500 in time frame orario e candele Heikin Ashi aggiornato alle ore 23 del giorno 10 novembre
                    Fonte: TradeStation



                    Alle 3 del mattino, ora italiana, chiude la prima candela nettamente negativa dopo due giorni ininterrotti di rialzo. Alle 4, un’altra candela rossa e profonda, lo stesso alle 5, alle 6 e alle 7. Da quel momento, con le borse asiatiche chiuse, comincia il rialzo: ed è un rialzo a V, clamoroso, dopo 120 punti di ribasso, ecco materializzarsi 150 punti di rialzo. Prima meno 5% poi più 6%.
                    Il mercato, che poco prima inneggiava alla Clinton, all’establishment, alla continuità, alla conservazione, era già salito sul carro del vincitore. Aveva già dimenticato i propri natali. L’impossibile plausibile.




                    Non è stato da meno l’Eurodollaro


                    EURUSD


                    EURUSD time frame orario e candele Heikin Ashi aggiornato alle 23 circa del giorno 10 novembre.
                    Fonte: TradeStation


                    Noi, sul Forex Morning, eravamo ribassisti, nel mattino dell’8 novembre, da 1.1080, stop loss a 1.1155. A metà giornata, la prudenza ci ha fatto chiudere l’operazione, ben lontana ancora dal target auspicato, che era ben sotto 1.10, a 1.1040. E avemmo ragione, visto che poi, nel corso della notte, mentre le borse scendevano, l’euro scintillava infilando una serie di candele rialziste fino a 1.13.

                    Per poi tornare a scendere, quando Trump era con certezza diventato il Presidente degli Stati Uniti. E scendere sul serio, fino a raggiungere ed abbondantemente superare quello che sarebbe stato il nostro target teorico. Target che non avremmo comunque colto, se avessimo lasciato l’operazione in essere, che sarebbe stata stoppata piuttosto brutalmente.




                    GOLD


                    Future dicembre del Gold, candele Heikin Ashi, aggiornato alle 23 circa del giorno 10 novembre
                    Fonte: TradeStation


                    L’oro sembra la fotocopia dell’eurodollaro. Grande spike verso l’alto, qualche ora di euforia aurea, resistenze collocate in area 1310 apparentemente distrutte, viene toccato 1338, e poi discesa … E continua a scendere, minimo a 1251: 87 punti di ribasso da massimo a minimo.
                    Il dollaro-franco sembra il negativo dell’oro, o la fotocopia delle borse.




                    USDCHF



                    USDCHF, grafico orario, candele Heikin Ashi, aggiornato alle ore 23 circa del 10 novembre.
                    Fonte: TradeStation



                    C’è poco da commentare. È tutto come sopra.







                    La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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                      #40
                      trading... estremo! :06.surprised_80_ani

                      http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...uadra/3533914/


                      Bombe contro il Borussia, arrestato attentatore. ‘Movente economico: aveva puntato su crollo azioni della squadra’

                      Sergei V, 28enne con doppia nazionalità tedesca e russa, aveva acquistato un pacchetto di 15mila opzioni per un valore di 78mila euro. Se i titoli fossero crollati, avrebbe messo a segno un profitto fino a 3,9 milioni di euro
                      Non è un terrorista legato all’Isis. Ma uno speculatore di Borsa. L’uomo fermato dalla polizia tedesca con l’accusa di essere l’attentatore che l’11 aprile ha fatto esplodere tre ordigni contro il bus del Borussia Dortmund aveva acquistato opzioni sul titolo della squadra di calcio e avrebbe guadagnato diversi milioni di euro in caso di crollo di quelle azioni. E’ con questa motivazione, secondo gli investigatori, che ha tentato di uccidere i campioni del club tedesco. Sergei V, 28enne con doppia nazionalità tedesca e russa, ora è accusato di tentato omicidio e di aver procurato danni fisici e esplosioni. L’attacco non ha causato vittime ma il nazionale spagnolo Marc Bartra, 26 anni, è rimasto leggermente ferito, così come un poliziotto.

                      Sergei V. è stato arrestato dagli agenti del GSG9, unità di elite della polizia tedesca nel corso di un’operazione di polizia nei pressi di Tubinga, nello stato sudoccidentale del Baden-Wuerttemberg. Secondo quanto riporta la Bild online, aveva acquistato un pacchetto di 15mila azioni del Dortmund – unico club di Bundesliga ad essere quotato in Borsa – per un valore di 78mila euro con scadenza al 17 giugno 2017: se le azioni del Borussia fossero crollate, avrebbe avuto un profitto fino a 3,9 milioni di euro.

                      La polizia è ora alla ricerca di due complici, che avrebbero aiutato il 28enne a trasportare l’esplosivo sul posto. L’acquisto è stato effettuato tramite Internet dall’albergo in cui alloggiava la squadra e in cui il sospetto aveva preso una stanza due giorni prima dell’attentato.
                      di F. Q. | 21 aprile 2017
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                        #41
                        Di seguito alcune foto ricordo di NewYork (2006) e di Shanghai (2017) :115.WAsmile: :60.sunshine_80_anim

                        legate dal Toro di bronzo realizzato da Arturo Di Modica, installato sia a Wall Street di NY che al Bund di Shanghai



                        °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

                        Era il lontano 2006, vacanza a New York, sono andato a Wall Street a vedere la sede della Borsa di New York, la New York Stock Exchange






                        Entrai anche nella Trump Tower e ci trovai proprio lui, quand'era "soltanto" un miliardario newyorkese, vanesio e tronfio come ora, in bella mostra per farsi fotografare dai turisti.






                        ed ho fatto la foto accanto al Toro di Wall Street, il Charging Bull,

                        una scultura in bronzo realizzata dall'artista italiano naturalizzato statunitense Arturo Di Modica e collocata a dicembre del 1989 presso il Bowling Green Park, nel quartiere della borsa di New York a Wall Street.

                        Il Toro è un simbolo del capitalismo americano e di fortuna per tutti quelli che puntano in borsa.






                        °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

                        Quest’anno sono a Shanghai in Cina, sul Bund, un viale lungo la riva sinistra del fiume Huangpu e che fronteggia il centro finanziario, con splendidi nuovissimi grattacieli, il più vecchio ha solo 22 anni (!) : è l’immagine di modernità che il Governo Cinese offre al resto del Mondo






                        A Shanghai ho trovato un altro toro realizzato dallo stesso Arturo Di Modica, installato nel maggio 2010, il Bund Bull,

                        una scultura delle stesse dimensioni del Charging Bull di New York ma raffigurante un toro più giovane:

                        l'artista ha voluto celebrare il recente dinamismo dell'economia cinese.







                        La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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                          #42
                          ed il Bitcoin continua inesorabilmente a fare nuovi massimi :28.nerd_80_anim_gif


                          bitCoin_maggio2017.jpg


                          Più di 2.000 dollari per un Bitcoin

                          La criptovaluta è diventata per molti un bene rifugio al pari dell'oro.

                          Nonostante qualche tempo fa qualcuno la desse per spacciata, la più famosa criptovaluta al mondo si trova in una fase davvero positiva.

                          Secondo le valutazioni del Bitcoin Price Index infatti, un nuovo record è stato appena stabilito: ora 1 Bitcoin vale oltre 2.000 dollari.

                          Per la precisione, al momento in cui scriviamo il valore è di 2.205 dollari (o 1.964 euro), ma è il superamento della soglia psicologica dei 2.000 dollari a sottolineare il buon stato attuale della monete.

                          Appena lo scorso marzo, i Bitcoin erano scesi a meno di 900 dollari: l'aumento di questi giorni indica chiaramente che qualcosa è cambiato, a partire dal modo in cui la criptovaluta è percepita.

                          Diverse persone in tutto il mondo stanno infatti iniziando a considerare i Bitcoin come un bene rifugio al pari dell'oro, in grado di mantenere il proprio valore durante le fasi di instabilità generale.

                          A ciò si deve aggiungere l'accoglienza riservata ai Bitcoin dai sistemi bancari dell'estremo oriente: il Giappone ha stabilito delle regole specificamente per integrare i Bitcoin nel sistema, e anche la Cina ha reso meno rischioso investire in essi.
                          La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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                            #43
                            Originally posted by Elant View Post
                            In teoria la direttiva MIFID nasce con lo scopo di tutelare gli investitori e di dare efficienza e integrità ai mercati.

                            Comunque penso che il problema nasca dalla mancanza (a dire il vero c'è l'Aduc) di un qualcosa sopra le parti e senza nessun interesse che si occupi gratuitamente di dare informazioni in modo trasparente
                            senza nessun conflitto d'interesse.

                            E' impossibile pensare di ricevere una risposta sincera e seria da un addetto ai lavori.
                            non penso sia impossibile soprattutto se un consulente si comporta da consulente

                            Comment


                              #44
                              so che a molti non interesserà ma ogni tanto è bene rivedere la fonte del core business del mercato forex retail
                               

                              Comment


                                #45
                                http://www.dagospia.com/rubrica-4/bu...tui-154079.htm


                                DIECI ANNI FA SI ACCENDEVANO I SEGNALI DI ALLARME PER IL CRAC DEI MUTUI SUBPRIME: FU L’INIZIO DELLA GRANDE CRISI DALLA QUALE NON SIAMO VERAMENTE USCITI - LE CAUSE PROFONDE DI QUELLA SCOSSA NON SONO STATE CURATE E UN ALTRO SHOCK, MAGARI INNESCATO DA UN DETONATORE DIVERSO, NON SI PUÒ AFFATTO ESCLUDERE - ECCO PERCHÉ



                                9 AGO 2017 17:24 Dieci anni fa si accendevano segnali di allarme per il crac dei mutui subprime: l' inizio della Grande Crisi. È una storia dalla quale non siamo veramente usciti. Le cause profonde di quell' evento non sono state curate. Un altro shock, magari innescato da un detonatore diverso, non si può affatto escludere.

                                LA finanza domina il mondo più che mai, anche grazie ad un' alleanza di ferro con i giganti delle tecnologie digitali. Inoltre la Grande Crisi ci ha lasciato in eredità una svolta politica inaudita. Donald Trump non sarebbe alla Casa Bianca, se quella maxi-recessione non avesse generato disastri economici, sofferenza sociale, un profondo senso di ingiustizia mescolato a risentimento, che il populismo di destra ha cavalcato con efficacia.

                                L' antefatto? La crescita americana era già segnata dalle diseguaglianze sociali (una patologia in peggioramento costante da 30 anni); classe operaia e ceto medio faticavano a mantenere il tenore di vita. Il sistema bancario "curò" quegli squilibri a modo suo: speculandoci sopra. Wall Street facilitò l' accesso alla casa in modo scriteriato. Mutui ad alto rischio venivano concessi a debitori in situazioni precarie, che al primo shock congiunturale sarebbero diventati insolventi.

                                I banchieri si disinteressavano degli enormi rischi accumulati, spalmandoli sul mercato, nascondendoli dentro complicati titoli strutturati. Sullo sfondo, altri macro-squilibri: l' eccesso di risparmio in paesi esportatori come Cina e Germania, protagonisti di un vasto "riciclaggio" dei surplus commerciali.


                                Episodi di iperinflazione delle materie prime. In un clima torbido, con controlli inadeguati e conflitti d' interessi a gogò, arrivò il Dies Irae: prima il crac di alcuni fondi immobiliari Bnp (9 agosto 2007), qualche mese dopo l' insolvenza di Bear Stearns, un anno dopo il crac di Lehman. Una spirale di panico, seguita dal contagio all' economia reale in tutto l' Occidente. Si salvò solo la Cina, irrobustendo il dirigismo di Stato.

                                Dieci anni dopo, il paesaggio sembra irriconoscibile. L' economia americana è nell' ottavo anno di crescita consecutiva, il pieno impiego è vicino. Eppure l' 8 novembre ha prevalso la narrazione trumpiana su un paese allo sfascio. Il candidato più catastrofista della storia ha conquistato i voti dei metalmeccanici, i cui posti di lavoro erano stati salvati da Barack Obama. Una volta al potere, Trump ha riempito la sua Casa Bianca di uomini (e una donna) della Goldman Sachs.

                                E sta lavorando per smantellare i controlli su Wall Street introdotti dal suo predecessore, la legge Dodd-Frank. Le banche si riconquistano un pezzo alla volta la libertà di far danno. Non che fossero veramente rinsavite negli ultimi anni.

                                Malgrado le multe miliardarie la propensione della finanza a delinquere non è diminuita: alcuni degli scandali più gravi (come la manipolazione del Libor di Londra) sono avvenuti diversi anni dopo il 2007. Dalla Deutsche Bank alla Popolare di Vicenza e Banca Etruria, l' Europa non si è dimostrata migliore. Certo alcune falle del sistema sono state tappate, i requisiti di capitalizzazione (leggi: solidità) delle banche sono più severi.


                                Tuttavia Obama dovette ammettere che «nessun banchiere è finito in prigione» per i disastri del 2009, e la causa la indicò nelle leggi sbagliate, piegate agli interessi delle lobby. Ma lo stesso Obama appena è andato in pensione si è adeguato al vizietto di Hillary Clinton: conferenze a Wall Street lautamente pagate (centinaia di migliaia di dollari "all' ora") dagli stessi banchieri. Le élite progressiste sono apparse troppo spesso organiche agli interessi della finanza.


                                Fu proprio questa una scintilla iniziale dell' ondata di populismo. Precursore di Trump fu il Tea Party. Movimento radicale di una destra anti-tasse e anti-Stato, nacque nel 2009 per protestare contro il maxi- salvataggio delle banche di Wall Street: 800 miliardi sborsati dai contribuenti. È vero che quell' operazione si saldò in pareggio e perfino con un piccolo guadagno per le finanze pubbliche, molti anni dopo.

                                Ma nel 2008-2009 ci fu un' ecatombe di piccole imprese, una carneficina di posti di lavoro, e con loro lo Stato non fu così solerte e generoso. Poi arrivò una terapia d' eccezione: il "Quantitative easing" della banca centrale, quando la Federal Reserve comprò titoli in quantità enormi per inondare l' economia di credito a buon mercato. Un' alluvione da 4.000 miliardi solo negli Stati Uniti; in ritardo, la ricetta fu copiata dalla Bce.


                                Ha funzionato a metà. La crescita rimane "sub-ottimale", nettamente inferiore rispetto all' Età dell' Oro tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta. La finanza continua a esercitare un peso eccessivo, prelevando rendite parassitarie dall' economia reale. Il mondo galleggia sulla liquidità creata dalle banche centrali. Gli stessi Padroni della Rete, le "cinque sorelle" Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google privilegiano la finanza sull' innovazione. (Le diseguaglianze più estreme si registrano proprio nella Silicon Valley).

                                Ci sono gli ingredienti di una stagnazione secolare perché si sono guastati i motori storici dello sviluppo capitalistico: demografia, diffusione di potere d' acquisto, progresso della produttività, decollo di paesi emergenti. E ora che i repubblicani al potere a Washington lanciano ai banchieri il segnale del "liberi tutti" con la deregulation finanziaria, un nuovo incidente non è davvero da escludere.



                                La vita non è un giro di prova, cogli l’attimo..
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